Cristal Bell

1 O 1 La porta del tempo
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Image Hosted by ImageShack.us Io, noi, voi… Tu, la causa, tu la soluzione… Tutto iniziò per caso, per gioco, non credetti che la realtà era solo una realtà relativa a che cosa? La data della morte di Albert Einstein generò una ricerca sulla relatività, cosa voleva dirci? Cos’altro voleva comunicarci prima di morire? Ma è morto?! O attualmente vive sulla terra sotto un altro nome, un’altra apparente realtà: chi era Albert Einstein?!, Forse un Alieno?, da dove venivano le sue fantastiche idee futuristiche?. Missione Blu Book, la missione ha il compito di rilevare eventuali infiltrazioni aliene sulla terra, su autorizzazione C.I.A., il compito di eseguire la riesumazione e autopsia del corpo di Einstein. Lui, prima di morire tracciò alcune formule chiave per la soluzione dell’arcano del tempo… L’IMMORTALITA’. Tempo, spazio, velocità, manca qualcosa che volontariamente ha omesso un messaggio lanciato ai posteri, qualcuno ora sa… Einstein, sulla terra, io sono certo che ci sta ascoltando, sta aspettando il ritorno del Dio Kufu’, l’astronave del tempo porterà con se i suoi figli, Dei immortali. Anno 2007, una squadra di ingegneri genetici nel cimitero segreto di… In un ora insolita esegue la riesumazione davanti agli occhi increduli qualcosa di inconcepibile aprono il coperchio della bara, del suo corpo nessun segno, il corpo inesistente, qualcosa di inquietante ci pone adesso ad un grande dilemma, perché?, cos’è successo?. Al di la del tempo e dello spazio, a Taormina nel 1954, un UFO comparve dalla piazza IX aprile gli scettici dichiararono trattarsi di una formazione di nubi lenticolari, o di impurità sull’apparecchio fotografico, la foto venne realizzata all’epoca da Mary Evans Picture Library. Qualcuno dichiarò che si trattasse di oggetti provenienti da altri mondi, sarebbe assurdo e in netto contrasto con il calcolo delle probabilità che solo sulla terra si sia evoluta la vita; nel cosmo esistono senz’altro delle stelle in cui vivono degli esseri più evoluti tecnologicamente e scientificamente, lo stesso traguardo che raggiungeremo noi tra 10.000 anni circa; ci furono dei contatti, degli incontri ravvicinati del terzo tipo, anche a Castelmola, comune poco distante da Taormina, un camionista in una giornata di nebbia fitta venne fermato da alcuni bambini ominidi, gli venne puntata un raggio paralizzante, il camionista si fermò, venne rapito e portato su un’astronave aliena (articolo riportato sulla domenica del Corriere anno 1965 circa, disegno riportato dal famoso vignettista Walter Molino), il camionista dichiarò di aver percepito un viaggio temporale a ritroso nel tempo. Una guida sulla via principale del centro storico di Taormina spiegava ai turisti guardando lo stemma della città omonima così diceva: chi è stato, chi sarà stato a creare questo simbolo così ambiguo, cosa avrà voluto dirci il costruttore?, Il centauro è una grande figura mitologica, metà essere umano, metà animale, senz’altro avrà voluto mandare un messaggio ai posteri, lungo la strada che si inerpica per Castelmola, una montagna, Monte venere, una montagna magica e piena di misteri, dove leggende e realtà si fondono all’unisono, qualcuno disse di aver visto degli ufo atterrare in una pianura nascosta sulla stessa, ma ciò che destò grande meraviglia fu l’incontro ravvicinato con un abitante del posto, lo stesso disse di aver visto gli stessi bambini ominidi e dal disco volante scesero alcuni personaggi vissuti in epoca precedenti, no, non è possibile, è proprio lui, non ci credo, disse… Albert Eistein. Poco distante molte autovetture si trovarono improvvisamente in panne, improvvisamente i loro motori si erano spenti, e anche le loro luci, qualsiasi cosa nel raggio di un paio di chilometri smise di funzionare; delle luci multicolori solcarono i cieli con una velocità impressionante per un occhio umano, erano dei percorsi irrazionali illogici; gli animali intorno erano come se avessero percepito qualcosa di innaturale, il guaire improvviso di cani e il silenzio immotivato degli uccelli, quante volte abbiamo scambiato la presenza di un UFO per una stella o per un pallone sonda, o ancora per una stazione metereologica, quante volte abbiamo scambiato un UFO per la traccia luminosa lasciata da un meteorite, un lampo veloce, luminoso di breve durata con una scia ben rettilineo, ma quando la stampa del giorno dopo chiarisce l’equivoco, probabili UFO sui nostri cieli, allora ci sorge spontaneo un dubbio, possibile che quello che ho visto è un oggetto volante non identificato?, infatti avete mai sentito il sibilo di un elicottero?, avete mai sentito il decollo di un aereo?, un rombo assordante… con gli UFO questo non si pone , sono silenziosissimi. I prediletti, i contattati sono scelti in base a criteri di logicità di razionalità perché la loro veridicità non vada invano sprecata. Perché non si sono fatti vedere?, se ci sono cosa vogliono?, dove si trovano?. Il 7 Gennaio 1948 una luce rimane al di sopra della base aerea a Fort Knox, nel Kentucky (Stati Uniti). Il comando decide di inviare il capitano Thomas Mantell; arrivato a circa 7000 metri di altitudine l’ufficiale avvistava di fronte a se un enorme oggetto apparentemente metallico, e ne dava comunicazione alla torre di controllo, il giorno dopo nel rapporto dell’epoca il capitano Mantell sarebbe stato abbattuto da un UFO, ma il portavoce dell’Air Force precisò per non destare preoccupazioni alle masse che l’aereo cadde per un pallone sperimentale. Il contattato di Castelmola conservò gelosamente il suo segreto, tentò invano di rivelare parzialmente la sua esperienza di vita, per molte notti salì sulla montagna in cima: Venere, dove i Greci eressero l’antico tempio dedicato alla Dea Venere, Dea dell’amore; le Vestali di Venere si concedevano ai piaceri carnali a tutti coloro che si inerpicavano dalla Baia di Naxos sull’apice della rude montagna, marinai senza scrupoli, pescatori, pirati, pronti a superare l’arcana magia pur di provare l’estasi dell’amore, questa era una delle prove iniziatiche, ma il premio più grande, SAPERE, AMARE, VOLERE, MA TACERE. La CRISALIDE, metamorfosi, meraviglia delle meraviglie, amplesso con gli Dei. MUTANTE ANDROGINO. Chi era una Dea o un‘aliena? Chi sono gli ufo? Come mai i radar non riescono a rilevare questi oggetti?, l’accelerazione di un ufo è inimmagginabile, pressoché istantanea; si può supporre che un ufo riesca a passare da una dimensione ad un’altra, scavalcando le quattro dimensioni che noi percepiamo rifugiandosi in una dimensione a 5 o a più dimensioni scomparendo pertanto sia alla percezione ottica che qualsiasi altro strumento, è possibile che un ufo sfrutti come forza matrice l’energia fotonica? Si!, geniale, l’uso della luce come propulsione, ma c’è di più; com’è possibile transitare da una parte all’altra dell’universo, un viaggio apparentemente irrealizzabile, ma non lo è, un viaggio aritroso nel tempo o proiettati nel futuro, dobbiamo viaggiare ad una velocità speriore a quella della luce, un buco nero, un imbuto temporale, uno stargate non statico ma in un buco nero rotante costituito da anelli concentrici in espansione dovrebbe essere teoricamente possibile passare da una parte all’altra della galassia. Il contattato… requisiti: loro sono in mezzo a noi, vogliono contattarti, farti comprendere il loro grande immenso meraviglioso amore senza fine, tu sarai l’eletto. A: Sincerità B: Amore senza limiti C: Conoscenza di se stessi D: Essere un tuttuno con la creazione E: Credere senza vedere e senza sentire…Credere per amore, credere SOLO PER AMORE. Alan, Aladino, Alzero, i tre androidi reperti ancestrali di alchimie umanoide erano stati creati da una scienza aliena per l’incontro con alcuni terrestri, loro hanno una matrice fotonica; il richiamo arcano vibbrerà all’unisono con l’astronave dei contattati: la Cristalbel, userà il teletrasbordo per la rigenerazione del corpo umano; un dì quando il vento in cima a venere accarezzerà il tuo volto, e quando fulmini, globi luminosi vibreranno cangiando colore il dì sarà tuo. I punti ph, riferimenti temporali saranno l'ancora di salvezza dei superstiti prima che la terra sia spazzata via dalle meteoriti distruggendo ogni forma di vita ... Non pensare di essere solo, gli angeli senza tempo protegeranno il tuo sentiero non sarà irto di spine, ma petali di rosa profumate essenze di fiori rari saranno posti sul tuo capo, ti daranno la chiave che cercavi, non sarai mai solo ma un bambino pieno di vita che vuole vivere sazio d'amore. Loro sono i figli senza tempo, i figli della luce, non ti abbandoneranno mai, sappi che tu sei molto più importante di quello che pensi adesso pensa, tutto ciò è reale? fa parte di un progetto cosmico? quale progetto più grande che non sia il sorriso sul tuo volto. Noi ti aspettiamo. Non pensare di essere solo, non lo sei mai stato, noi siamo sempre accanto a voi, non rimproverarci di non farci vedere, non rimproverarci se il male, distruzioni, maremoti, guerre, pestilenze dilagano in ogni dove, voi che tutto potete, perché direte voi, non avete impedito che ciò avvenisse?. Presente, passato e futuro fanno parte del nostro essere, tutto è. Rischieremmo di accelerare la vostra evoluzione, compromettendone l'inserimento nel piano cosmico, ogni cosa ha bisogno di un processo graduale, potremmo cambiare la storia, l'abbiamo già fatto in tempi dove ciò è stato possibile senza intaccare la maturazione spontanea di un processo di alta spiritualità, quando comprenderai te stesso, tu capirai. Noi ti amiamo o, cos'é amore? cos'é odio? cos'é luce? cos'é buio? cos'é pace? cos'é guerra?. Noi trascendiamo, i vostri errori ci sono maestri, starvi accanto, vuol dire comprendervi , SOLO LA FORZA DELL' AMORE PUO' FARVI CONPRENDERE QUANTO SIA GRANDE L' AMORE . Ho navigato nel tempo , ho recepito cos'e bene cos'e' male ho recepito ora so quanto sia inutile , per l ' evoluzione di una specie il contrasto nefasto delle GUERRE !

domenica 1 novembre 2009

I dischi volanti a Taormina: anno 1954


La ricostruzione di un caso del lontano 1954 che non finisce mai di sorprendere.

Il caso noto come "la foto dei dischi di Taormina" ha sempre riservato sorprese nel corso degli anni. In realtà non tanto per la spiegazione del caso in se stesso (è ormai assodato che la foto è un falso e che i due oggetti che caddero quel giorno sul litorale messinese erano due palloni sonda), ma quanto per la curiosità e le domande riguardanti la realizzazione della foto.
Fino al 1998 si sapeva poco del caso. Curiosamente infatti la foto era più conosciuta all'estero che in Italia e, benché il parere degli studiosi più seri era unanime nel ritenerla frutto di un fotomontaggio non mancavano coloro che continuavano a presentarla come se quelli ritratti fossero veri ufo. Ciò sicuramente anche a causa di quanto scrisse Ansel Talbert sul New York Herald Tribune (che si pensava fosse la fonte primaria del caso), nella sua edizione parigina del 10 dicembre 1954 e cioè che gli esami cui la fotografia e la sua negativa erano stati sottoposti non sembravano rivelare alcuna doppia esposizione né trucchi.
Non si conosceva con precisione nemmeno la data, venendo essa variamente collocata tra la primavera e l'autunno del 1954.
Attraverso quel poco che la stampa locale e nazionale aveva scritto, il 19 novembre del 1954 due oggetti erano scesi su Taormina e, dopo aver eseguito alcune evoluzioni, uno si era perduto fra le montagne mentre l'altro era caduto in mare. Alcuni pescatori del luogo andarono per recuperarlo, trovando solo una specie di involucro.
Nessun però pubblicò la foto e quindi non c'era nemmeno la certezza che quest'ultima fosse collegata al fatto, o se invece si trattasse di qualche altro caso.
Comunque il presunto avvistamento che, stando alle fonti giornalistiche estere, aveva provocato scalpore nella popolazione finì per essere subito dimenticato.
Nonostante le ricerche degli storici del CISU molte domande rimanevano senza risposta, come ad esempio chi fosse Giuseppe Grasso che la rivista statunitense "Look" indicava come l'autore della foto e da dove essa avesse tratto alcune
dichiarazioni pubblicate ad egli imputate; da quale fonte avessero attinto Adolf Schneider e Hubert Malthaner per confermare che l'autore della foto fosse proprio Giuseppe Grasso e che si trattava di "una sua costruzione"; da quale altra Margaret Sachs per
aggiungere che gli oggetti erano stati visti da "migliaia di persone" e
che i pretesi dischi si allontanarono solo al sopraggiungere di un caccia dell'Aeronautica Italiana; ed infine come la foto avesse varcato i confini dei nostro Paese, se trasmessa da un corrispondente della United Press o portata all'estero dall'ambasciatrice americana Clare Boothe Luce.
Partendo dal presupposto che se Giuseppe Grasso fosse stato effettivamente un corrispondente locale della United Press di lui doveva essere rimasta memoria negli ambienti giornalistici catanesi, così come anche dell'intera faccenda visto il clamore suscitato dall'avvistamento, un inquirente del CISU, grazie ad alcuni amici giornalisti giunse in breve a contattare telefonicamente il signor Salvatore Ragonese, titolare di un'agenzia fotografica locale, che per primo confermò che la foto in questione (che ricordava molto bene) era stata effettivamente elaborata da Giuseppe Grasso, un noto fotografo di Giardini e che si trattava di un fotomontaggio realizzato per corredare la notizia di uno dei tanti avvistamenti di "dischi volanti" così in voga in quegli anni. Proprio per tale motivo però non intendeva spingere oltre la confidenza fornendo il nome del giornalista che per così dire si era prestato al gioco, essendo questi ancora in attività. Riguardo Giuseppe Grasso, aggiunse invece che questi era deceduto alcuni anni fa, ma che avremmo forse potuto parlare con i suoi eredi, nell'evenienza che questi ne avessero conservato l'archivio fotografico e magari anche la foto in questione.
La cosa sembrava sul momento finita là, ma un colpo di fortuna aprì nuovi squarci. Infatti soltanto poche settimane dopo, Io con un mio collega trovammo presso l'archivio su microfilm della sede catanese della Biblioteca Regionale Universitaria copia del "Giornale dell'Isola" (un quotidiano filo-monarchico dell'epoca) che in data 20/11/54 pubblicava un ampio servizio sul caso dei "dischi" avvistati a Taormina da centinaia di persone, che senza dubbio costituiva la vera fonte primaria della celebre foto, pubblicata appunto in prima pagina. Ed insieme ad essa, sotto il titolo "Brivido a mezzogiorno - Un Disco volante ammara a Taormina " la foto di due guardie di Finanza in piedi che tendevano l'involucro bianco ormai floscio del pallone sonda che, come si spiegava in un ampio reportage firmato da Angelo Caruso, aveva originato nei numerosissimi testimoni l'illusione di aver finalmente visto un "vero" disco volante. Nel servizio, proseguente in quarta pagina, il giornalista chiariva che i palloni sonda, le cui evoluzioni erano state osservate da tutti i paesi distribuiti lungo il litorale della costa taorminese, erano due, ma soltanto uno era stato recuperato in mare a circa due chilometri dalla costa da una barca di "coraggiosi" pescatori di Sant'Alessio, Cosimo ed Antonio Carnabuci, mentre dell'altro, allontanatosi verso l'interno in direzione di Graniti , si erano perse le tracce.
Completavano l'articolo le foto di una giovane ragazza, indicata come la figlia di uno dei due "eroi" che avevano recuperato il "disco volante", e quella di un'altro anziano pescatore, anch'egli testimone dell'evento.
Ma soprattutto faceva bella mostra di sé in quarta pagina una seconda foto ritraente questa volta un solo "pallone sonda" in cielo sotto lo sguardo di un gruppetto di persone, alcune delle quali erano le stesse di quelle già inquadrate nella foto più celebre.
Grazie al ritrovamento di dell'articolo è stato infatti possibile chiarire una volta per tutte la data dell'evento (il 19 novembre 1954) ed il fatto che le fotografie dei "dischi di Taormina" sono da identificarsi con il caso narrato dai quotidiani italiani dell'epoca e riportato dalla sezione ufologia fiorentina nel secondo volume della serie "UFO in Italia" (con fatti e dinamiche comunque distorte rispetto alla versione scritta dal Caruso).
Qualche mese dopo il ritrovamento dell'articolo siamo riusciti a rintracciare il giornalista Angelo Caruso che era ancora in attività (come aveva gia detto Ragonese) e, preso contatto con lui, lo abbiamo intervistato riuscendo così a ricostruire la dinamica dei fatti.
Secondo quanto ci ha raccontato, Caruso apprese dell'avvistamento direttamente dal Grasso, allorché questi lo chiamò nel pomeriggio del 19/11/54 per proporgli le fotografie che aveva scattato. Caruso non si meravigliò di questo fatto, poiché Grasso era piuttosto abile a realizzare "foto strane" che passava spesso al giornalista. Tuttavia nel vedere le foto in questione, Caruso rimase un po' perplesso e decise di recarsi sul posto per verificare l'accaduto e raccogliere magari qualche altra testimonianza. E come era solito fare portò con sé Gaetano Di Giorgio, uno dei fotografi del giornale.
Fu infatti questi che scattò le foto alla figlia del Carnabuci ed all'altro anziano pescatore, così come pure quella in cui le due guardie di Finanza mostrano l'involucro sgonfio del pallone sonda recuperato.
Quest'ultima foto in particolare fu scattata presso il Comando della Guardia di Finanza di Santa Teresa Riva dove a conclusione dell'incontro, senza che lo chiedesse, il maresciallo della stazione, Tesoro, gli disse che poteva pure portarselo via, perché loro non sapevano che farne. Senza farselo ripetere due volte, Caruso accettò l'invito e rientrò alla redazione del giornale con l'insolito trofeo che andò mostrando a tutti quelli che parlavano dei dischi volanti come di astronavi o chissà cos'altro. Insomma, "finì a risate".
Il Caruso non si è mai posto il problema di capire se le foto erano false o no, anche se non se ne sarebbe meravigliato conoscendo il fotografo. Egli era anche all'oscuro del fatto che le foto di Grasso avessero in pratica fatto il giro del mondo: "Probabilmente" è stato il suo commento, "le vendette. Oppure le portò in America l'ambasciatrice, che in quei giorni passò dall'aeroporto di Catania."
Considerata la nitidezza delle varie riproduzioni della foto principale pubblicata all'estero (non ultima la copertina del libro di Aimè Michel), riteniamo quasi con certezza che Grasso riuscì a piazzare all'estero le sue fotografie, non potendo pensare che sia stata usata una stampa non di prima generazione. Del resto, in qualità di fotografo professionista ben introdotto negli ambienti giornalistici la cosa non dovette risultargli difficile. Quest'ultimo aspetto della vicenda è tuttavia rimasto poco chiaro, anche a causa dei tanti anni ormai trascorsi, che hanno reso un po' confusi i ricordi di Caruso. Certamente dell'ambasciatrice egli non avrebbe parlato se non fossimo stati noi a tirarla in ballo per cercare di chiarire quale ruolo potesse aver avuto in questo affare.
Così come sempre su nostra precisa domanda, Caruso ha anche smentito che sulla scena sia intervenuto alcun caccia dell'Aeronautica Militare Italiana.
Grazie ad ulteriori ricerche abbiamo saputo il luogo dove venne scattata la celebre foto: Piazza Roma (o detta anche Piazza Municipio) a Giardini Naxos.
Alla luce di tutto ciò, lo scenario che riteniamo più probabile è il seguente.

Nella mattinata del 19 novembre 1954 alcune persone da Taormina e dagli altri centri che sorgono lungo l'ampio golfo da essa sovrastato scorgono più o meno contemporaneamente due innocui palloni sonda in cielo e, come spesso accade tutt'oggi, li scambiano per due dei tanti "dischi volanti" di cui in quei giorni si faceva un gran parlare. La notizia si sparge rapidamente anche perché gli oggetti, a causa della loro bassa quota, dovevano essere ben visibili. A Giardini, si trova Giuseppe Grasso, un fotografo rinomato il cui studio è proprio nel corso principale del paese. Forse qualcuno lo va a chiamare oppure egli stesso è fra i primi testimoni dell'apparizione; fatto sta che, munito della propria attrezzatura di lavoro, Grasso si reca nella piazzetta soprastante il lungomare di Giardini e scatta alcune fotografie inquadrando le persone affacciate che scrutano le evoluzioni dei due palloni sonda. Poi per rendere il tutto più interessante effettua un bel fotomontaggio inserendo due bei "dischi volanti".
Oppure Il fotografo realizzò le foto molto tempo prima del caso in questione, aggiungendo successivamente poi i “dischi”.
Compiuta questa operazione nel proprio studio, nel pomeriggio si reca al Giornale dell'Isola, dove lavora il Caruso con il quale ha da tempo instaurato un rapporto privilegiato, e, come ha già fatto altre volte in passato, gli offre le fotografie che, come sappiamo, saranno pubblicate l'indomani insieme al reportage del giornalista. Probabilmente la scelta di cambiare la località dove era stata scattata la foto (Taormina anziché Giardini Naxos), fu condizionata dal richiamo internazionale che aveva appunto Taormina rispetto ad altre località meno note. Un piccolo scoop che almeno per un giorno farà primeggiare le vendite del piccolo quotidiano catanese su quelle dei diretti concorrenti che ignoreranno l'episodio, mentre con un giorno di ritardo la notizia sarà ripresa dal Giornale di Sicilia di Palermo e da altri quotidiani italiani.
L'indagine pareva fermarsi qui. Restava solamente l'idea di recarsi a Giardini Naxos per cercare gli eventuali eredi del Grasso. A causa di impegni vari e altri fattori che si incontrano nel corso della vita di ognuno di noi, questo tentativo è stato fatto soltanto diversi anni dopo.
Purtroppo la ricerca non ha portato a nulla poiché abbiamo saputo che lo studio del Grasso non esisteva più ormai da molti anni.
A questo punto sembrava che tutto fosse finito lì, e così anche il sogno di poter un giorno reperire la foto originale quando, ai primi di luglio di quest’anno, il quotidiano "La Sicilia", edizione di Messina, pubblicava un articolo riguardante la foto dei dischi di Taormina. In pratica un ex impiegato della sopraintendezza del comune di Giardini Naxos, che colleziona tutto quello che riguarda il suo paese, aveva acquistato una diapositiva ritraente proprio la foto in questione che faceva parte della collezione dello studioso Bob Beck, il quale era riuscito ad acquisire negli anni sessanta centinaia di foto di ufo.
Sia il giornalista che l'ex impiegato non sapevano evidentemente la storia che c'era dietro la foto. Con la speranza che fosse la volta buona tramite il giornalista autore dell'articolo, abbiamo incontrato l'ex impiegato per spiegargli tutta la storia e vedere la diapositiva.
Purtroppo, come si temeva, la diapositiva in suo possesso è una riproduzione fatta in anni successivi all'avvistamento (quindi niente originale).
Comunque grazie ai due abbiamo appreso qualche altra informazione sul Grasso, un fotografo professionista che, verso la fine degli anni '40 del secolo scorso, aveva ereditato dal suocero ingrandendolo uno studio fotografico a Giardini. Probabilmente egli era anche corrispondente dell'United Press International. Purtroppo l'archivio fotografico di Giuseppe Grasso è andato perso irrimediabilmente: dopo la sua morte avvenuta parecchi anni fa ( 1980) nel suo negozio vi fu un susseguirsi di brevi gestioni infelici che portarono alla chiusura definiva dello studio fotografico. La moglie, interpellata dall'ex impiegato parecchi anni fa, confermò la perdita di tutto l'archivio e dell'attrezzatura del marito. Al momento sia la moglie che la figlia non abitano più a Giardini e si ignora la loro attuale residenza.
A questo punto siamo costretti a fermarci qui nell'attesa di qualche altra novità. E, come scritto all'inizio, pur non nutrendo seri dubbi sull’origine degli oggetti osservati nel corso dell’avvistamento (sicuramente palloni sonda), rimangono tuttavia alcuni interrogativi sullo svolgimento complessivo del caso.

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